Il mio maestro, Ernest Kronberg, ha freddo e ha la febbre, ma non vuole andare a letto. Indossa il suo pesante montone, quello con cui va in moto tutti i giorni: è caldo e avvolgente. Poi mi dice: “Fammi il ritratto, tanto io sto buono buono seduto in poltrona, avrai tutto il tempo.” Ha ragione: comincio a disegnare con foga, il suo viso è sofferente, gli occhi sono tristi ma la pelliccia ha delle incredibili luminosità. Dopo il disegno scelgo a dipingere a olio che è il mezzo migliore per rendere il pelo lucido della pelliccia. Per me sarà indimenticabile: l’armonia e la passione di un uomo che credeva fermamente in me e nelle mie potenzialità. Questo ritratto sarà poi scelto come copertina del libro di un medico che tratta del problema dell’Eutanasia