A Tivoli il fiume amaro, come lo definì il Sindaco, Olindo Galli, è l’Aniene. Un notevole corso d’acqua che spesso, in passato, proprio al centro della città, esondava e travolgeva cose e persone. Distruggeva tutto ciò che incontrava, facendo ingenti danni. Per questo, si pregava e si facevano sacrifici agli Dei. Lo stesso Aniene, anzi Anio come si chiamava in latino, era una divinità. potente e importante per l’economia del luogo.
Nel fare questo dipinto su tavola, mi sono ispirata proprio ad Anio, rendendolo però benigno e docile, per sottolineare quanto sia stato importante il suo contributo energetico per il territorio tiburtino: una vera ricchezza anche se con un rovescio di medaglia.
La pittura è a tempera e il pannello utilizzato come porta all’interno di una elegante abitazione.
L’acqua, che dalla conca di rame, tipico prodotto tiburtino, confluisce nel fiume di Roma, il Tevere, sta a sottolineare il fluire della vita e il suo continuo movimento.